Un fenomeno inestirpabile, non solo italiano, che però ci caratterizza più di ogni altro popolo. La corruzione non è soltanto nella politica ma anche nella società italiana. Noi italiani, diciamoci la verità, abbiamo sempre corrotto tutti anche quelli che in Italia sono venuti a farla da padroni e non la abbiamo mai voluta debellare perché esiste un solo modo per sconfiggerla: cambiando noi stessi, cioè gli italiani!
Più realisticamente, impegnandoci non poco, potremmo ridurla ma per riuscire nell'impresa occorrerebbe che nelle famiglie facesse ritorno la figura del capo-famiglia e che nelle scuole gli insegnanti lasciassero il posto agli educatori poiché l'attuale classe docente, oggettivamente, non è all'altezza di formare gli italiani di domani! La maggior parte degli insegnanti considera la scuola come una tribuna elettorale in cui dare libero sfogo al pensiero represso, il più delle volte orientato politicamente a sinistra, che solitamente forgia e produce generazioni di debosciati ed anarchici senza regole.
Mani pulite, per chi come me ha vissuto e seguito le inchieste in diretta televisiva, fece emergere il peggio della corruzione politica che risparmiò un solo partito: il Movimento Sociale Italiano il quale, vista l'esclusione da tutti i governi che si succedettero dal'48 agli anni duemila, non ebbe mai l'occasione di macchiarsi. L'inchiesta però fu anche l'occasione per la magistratura di mostrarsi apertamente. L'immagine del magistrato politicizzato venne ufficialmente sdoganata e gli italiani, con non poca riluttanza, da quel momento capirono chi realmente decide le sorti di questo Paese! Potremmo dire che questo, senz'ombra di dubbio, è il peggior lascito di "Tangentopoli" perché la spettacolarizzazione dei processi in televisione ha ingenerato nei magistrati la voglia di protagonismo che li ha indotti, in alcuni casi, a montare processi inesistenti per ottenere visibilità. Inutile dire che alcuni di questi magistrati ha usato le inchieste come trampolino di lancio per entrare in politica.
Col senno di poi potremmo metaforicamente dire che nel 1992, con "Tangentopoli", i giudici attuarono un "Colpo di Stato" con cui destituirono la Prima Repubblica, corrotta, la quale anche se portò in dote alcuni valori fondamentali come il "sociale" doveva dare spazio ad un ciclo di Governi neo-liberisti, interscambiabili di centrodestra e centrosinistra, che avessero in seno poco senso dello Stato. Non a caso i politici di allora appaiono dei giganti se paragonati a quelli di oggi ad eccezione dell'attuale Premier, Meloni, che ha un altissimo senso dello Stato e della Patria!
Per restare in tema dovremmo però ammettere che anche i giudici sono stati "corrotti" (metaforicamente) dalla partitocrazia e lo dimostra il fatto che senza pudore o remore ostentano le tessere di partito e, sebbene non ci sia alcuna ragione di dubitare della giustizia, questo dovrebbe farci attentamente riflettere sulla loro reale imparzialità di giudizio, in tutti gli ambiti in cui intervengono....sono pur sempre essere umani...