Non è facile trattare l'argomento, nessuno sa cosa ci attenda dopo la morte (dubbio) eppure tutti i credenti, di qualsiasi religione, sono convinti che esista l'aldilà (fede).
La filosofia, che a mio avviso si pone a metà strada tra la scienza e la religione, porta l'uomo a dare un significato diverso alla vita improntando l'esistenza su valori condivisi e riconosciuti all'interno della comunità. Per noi Cristiani che osserviamo il motto "siamo nati per soffrire", perché solo così potremmo guadagnarci il Regno dei Cieli, la scelta se credere o non credere in Dio ossia tra dubbio e fede ha avuto origine nel 312 d.C., quando i nostri avi uscirono finalmente dalle catacombe romane per vedere la luce e prendere posto in questo Mondo.
In quell'anno l'Imperatore Costantino, nella notte che precedette la battaglia di Ponte Milvio a Roma, udì una voce suggerirgli di disegnare una croce sugli scudi dei legionari che avrebbero dovuto combattere l'esercito di Massenzio perché, grazie a quel segno, avrebbero vinto (in hoc signo vinces). Il Medioevo, ossia i secoli bui, li farei iniziare dal 312 d.C. perché non v'è dubbio che sia stata la Chiesa a determinarli. Prima dell'avvento del Cristianesimo, a Roma ed in tutto l'Impero, ognuno poteva scegliere e pregare il Dio (o gli Dei) che voleva, senza imposizioni, ed il Pantheon ne è la prova. In questo luogo, voluto dall'Imperatore Adriano e realizzato da Marco Agrippa nel 25 a.C., tutti potevano pregare il proprio Dio senza timore d'essere perseguitati perché i romani possedevano una grande virtù: la tolleranza! Anche Voltaire, nel Trattato sulla Tolleranza, elogia i romani affermando che: "tra gli antichi romani, da Romolo in poi, sino a quando non si fecero avanti i Cristiani, non troverete un solo uomo che sia stato perseguitato per le sue idee religiose".
In verità la religione cristiana non è l'unica colpevole poiché l'avvento delle religioni monoteiste (islamismo e giudaismo), in generale, ha di fatto cancellato la tolleranza perché, come si è avuto modo di vedere nei secoli, la fede è sempre sinonimo di violenza! La fede religiosa, così come quella politica o sportiva, è fatta di certezze che prescindono dalla realtà sebbene le evidenze farebbero presupporre tutt'altro.
Personalmente preferisco dubitare ed al contempo sperare che ci sia qualcosa dopo la morte perché non posso credere che tutto si riduca a questa vita terrena, fatta di gioie e dolori, dove l'immortalità la si può trovare con un pò di fortuna solo nei libri di storia. La Chiesa ha sempre temuto i "dubbiosi" perché per loro natura pongono domande che, per essere evase, necessitano di risposte suffragate da prove certe alle quali, oggettivamente, non possono far fronte ed è per questo che nello scontro tra Fede e Dubbio la religione cristiana divenne, di fatto, una dittatura. Il Cristianesimo attecchì solo con l'Imperatore Costantino che in punto di morte decise, nel dubbio, di farsi battezzare nella speranza di trovare posto in Paradiso. Tutte le religioni nascono dal desiderio insopprimibile dell'uomo di non scomparire dopo la morte, di credere che ci sia qualcosa oltre la vita terrena e da qui la necessità di inventare l'anima e l'aldilà. Indipendentemente dal fatto che il Creatore si chiami Allah, Dio o Jahvé i suoi Ministri non fanno altro che ricordare ai propri fedeli che la vera vita è quella che verrà dopo la morte e che per potersi guadagnare il Paradiso dovranno seguire pedissequamente i dogmi della propria religione. Questa, a fattor comune, è l'unica condizione per essere premiati ed è quindi scontato che un fedele, chiunque esso sia, sia pronto ad accettare persino il martirio pur di andare in Paradiso (non ne parliamo se poi ad attenderlo ci sono le vergini...).
Pur nutrendo molti dubbi sul post mortem spero con tutto il cuore che esista un aldilà, soprattutto per mia nonna Ida e mia zia Maria che hanno pregato una vita intera non commettendo mai peccato! Da ragazzo mi capitava spesso di bestemmiare ed imprecare ma puntualmente venivo interrotto da loro che mi impedivano di completare la frase con un "sempre sia lodato". Mi auguro perciò che il Paradiso esista e che sia esattamente come lo hanno immaginato zia e nonna le quali non possono non avervi trovato posto, visto il modo in cui hanno vissuto su questa terra.